MarcoTravaglio.it
 Stoccata e Fuga
 

19.4.07 Avviso ai congressisti DS: quando passate davanti al pantheon, occhio al portafoglio
10.2.07 Questa me l'ha suggerita la mia amica Vanna. Intervista del Tg Regione Lombardia a Paolo Pillitteri, condannato per Tangentopoli e ora "riabilitato" dal Tribunale di sorveglianza di Milano: "Tornerà a fare politica?" "No, ho già dato". Forse voleva dire "Ho già preso".
3.2.07 Piero Fassino alle Invasioni Barbariche: "Tra Ferrara e Travaglio, preferisco Ferrara". La stessa risposta che avrebbe dato Berlusconi. Comunque l'ho scampata bella.
11.9.06 Intervistato da Enrico Mentana alla festa nazionale dell’Unità di Pesaro, il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, con tutti gli impegni che ha, è riuscito a occuparsi anche della mia modestissima persona, per dire che le vignette di Staino contro il “Beriatravaglio” gli sono piaciute molto: “Ho trovato quella pagina di Staino densa di significati e non è un mistero che io mi trovi spesso in totale disaccordo con quanto scrive Travaglio”. Sarà contento Staino: se la satira, per definizione, è contro il potere, dev’essere consolante per un vignettista ricevere gli elogi del vicepresidente del Consiglio per aver attaccato un giornalista critico con il maggiore partito di governo. Il tutto, nella kermesse dedicata all’Unità, dove il sottoscritto scrive quasi ogni giorno, eppure è stato democraticamente bandito da tutte le feste dell’Unità.
Scelta del resto perfettamente coerente, se si pensa che D’Alema, a Pesaro, era amichevolmente intervistato dall’amico Mentana, che gli dà del tu e che, essendo un dipendente di Berlusconi, alle feste dell’Unità è sempre il benvenuto.
Lo Statista di Gallipoli ha poi difeso l’indulto, raccontando che è servito a liberare “15 mila disperati” e “soltanto pochi imputati eccellenti”: è la solita bugia, visto che il vero problema non sono i pochi eccellenti che escono dal carcere, ma i tanti che non ci entreranno più in caso di condanna, fra i quali Tanzi & C., Cragnotti & C., Geronzi & C., Moggi & C., e naturalmente Fazio e i furbetti del quartierino, fra i quali un certo Giovanni Consorte che D’Alema dovrebbe conoscere bene, almeno telefonicamente.
Nella sua strenua difesa dei “disperati”, che lui incontra sempre quando va in barca, D’Alema ha infine tenuto a precisare di non aver mai condiviso i sentimenti pro Mani Pulite di “quello che viene definito il popolo della sinistra”: lui ha “sempre avuto in spregio il giustizialismo, fedele ai miei ideali della giovinezza: sono rimasto un libertario”. Tutti possono immaginare quanto fosse libertario uno con quella faccia e con quel passato, fra un pellegrinaggio a Mosca e un lancio di bombe molotov. Uno che ancora qualche anno fa scriveva: “Quelli che rubano bisogna metterli in galera. Purtroppo questo non si può fare perché la maggioranza, in genere, li protegge. Questo è il vero scandalo che i giornali dovrebbero denunciare e invece non lo fanno, per complicità” (24 ottobre 1988). E ancora: “Il fatto che non si comprenda che la questione morale è in questo Paese, forse, la fondamentale questione politica, dimostra la cecità di una classe dirigente: ed è un dramma per l’Italia” (23 gennaio 1992). Sembra incredibile, ma persino D’Alema, in un lontano passato, diceva cose sensate. Anche gli orologi fermi, due volte al giorno, segnano l’ora esatta.
31.7.06

Ripensandoci bene: ma in quale paese il mandante dell'omicidio di un commissario di polizia darebbe lezioni di vita a destra e a manca? E, anche se fosse, in quale paese troverebbe qualcuno che gli dà retta? Confesso che non so come comportarmi, e chiedo aiuto agli amici del sito e del forum: se un omicida vi desse dello "squadrista" e del "cretino", voi che fareste? Vi incazzereste o vi mettereste a ridere? In fondo, è come se Wanna Marchi vi desse del truffatore o Dell'Utri del mafioso. Se poi dobbiamo proprio sceglierci un omicida di riferimento, preferisco Renato Vallanzasca. Almeno se ne sta zitto. Ed è molto più simpatico

per mandare un messaggio: mt@marcotravaglio.it

12.6.06

Il Poveraccio Emerito della Repubblica Francesco Prozac Cossiga rende noto, tramite un suo portavoce, di aver presentato un'interpellanza parlamentare al ministro dell’Interno:
“Per sapere se alla luce dell’articolo di Pier Luigi Battista sul quotidiano Corriere della Sera, se corrisponda a verità l’ipotesi da detto autorevole giornalista formulata, e pur considerando, se vera, la cosa assolutamente lecita se nell’interesse della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e della necessaria attività di informazione, disinformazione e controinformazione, i giornalisti Marco Travaglio e Giuseppe D’Avanzo siano nel 'libro paga' e per quale somma, del Capo della Polizia dott. Gianni De Gennaro, cui sono notoriamente legati da vincoli di amicizia e collaborazione, come dimostrato dalla loro campagna contro il SISMI; e per sapere inoltre, qualora l’ipotesi sia vera, se non ritenga di rendere permanente e più ampia la loro collaborazione, facendoli assumere come informatori occulti dal SISDE". Alcuni amici mi hanno telefonato per invitarmi a rispondere al Poveraccio Emerito: dicendo, per esempio, che (purtroppo) non ho mai conosciuto il dott. Gianni De Gennaro. Ma ho deciso di non rispondere. Attendo con sempre maggiore impazienza una soluzione più risolutiva: l'arrivo dell'ambulanza. Purtroppo è in ritardo. Di una quindicina d'anni.

9.6.06

L'altro giorno, mentre si recava all'aeroporto di Caselle, Piero Fassino è stato riconosciuto e insultato dai tassisti in agitazione. Tutti si sono concentrati sulla notizia della contestazione. Ma la vera notizia è che qualcuno l'avesse riconosciuto.

20.6.06

Mi assale un dubbio atroce: se il signor Savoia è caduto dal letto a castello, da dove sarà caduto Mastella?

19.5.06

Clemente Mastella, invece di rispondere al mio articolo sll'Unità, ha dichiarato: "di travaglio conosco solo quello del parto". Ecco: parta

7.5.06

Riporto testualmente il comunicato emesso ieri dall'onorevole Salvatore Buglio, già diessino dalemiano, poi trasmigrato alla Rosa nel Pugno: "Cesare Previti, a differenza di altri imputati eccellenti che sono fuggiti o che sono stati ignorati, ha affrontato il processo a suo carico. E' stato condannato, si è costituito, si è dimesso da parlamentare della Repubblica. Il presunto 'mostro' si è comportato lealmente. Mi auguro che, considerata l'età e il comportamento corretto, la pena venga espiata con la detenzione domiciliare". Il comunicato fa il paio con l'intervista di un altro genio della politica, l'onorevole professor avvocato Vincenzo Siniscalchi, che auspica gli arresti domiciliari per Previti, col decisivo argomento che "non ha evitato la carcerazione". Dunque, siamo così ridotti che il fatto di non darsi alla latitanza, per un ex ministro e parlamentare in carica fino a due giorni fa, diventa un comportamento "leale e corretto", insomma un titolo di merito così irresistibile da imporre l'immediata scarcerazione. Ai due onorevoli forse sfugge che nelle patrie galere sono detenute circa 55 mila persone che, per definizione, "non hanno evitato la carcerazione" e non "sono fuggiti", per le quali giustamente nessun parlamentare della Repubblica ha mai chiesto la scarcerazione. Per Previti, invece, 24 ore dopo il suo arresto, già si strilla perchè lo mettano fuori. E nessuno (a parte Di Pietro, Dalla Chiesa e altri due o tre) trova una sola parola per sottolineare che il braccio destro del premier uscente è un pregiudicato per aver corrotto magistrati affinchè condannassero lo Stato a sborsare 1000 miliardi di lire sotrratti alle tasche dei cittadini. Se uno così deve uscire dopo 24 ore, non si capisce bene perchè gli altri 55 mila debbano restare dentro.

25.4.06

Secondo Anna Finocchiaro, senatrice Ds, è "sbagliato politicamente e anche strategicamente ricordare le vicissitudini processuali" di Andreotti "come invece fa Marco Travaglio sull'Unità". Ci sono infatti "ben altri argomenti a suo sfavore: per esempio l'età". Dunque non è il caso di "perdere tempo a discutere delle sue vicissitudini giudiziarie". La nota stratega dev'essere molto distratta, dunque mi permetto di ricordarle che quelle di Andreotti non sono "vicissitudini processuali" o "giudiziarie": c'è una sentenza definitiva della Cassazione che lo dichiara mafioso fino al 1980 (prescrizione del reato "commesso"). Ora, visto che l'ex mafioso, peraltro non pentito, rischia di diventare presidente del Senato, non mi pare che ricordare quella sentenza sia una "perdita di tempo". Liberissima la Finocchiaro di pensare il contrario. E di ritenere Andreotti inidoneo a Palazzo Madama non perchè era mafioso, ma perchè è anziano. La regola di una certa Dc era "meglio mafiosi che rossi". La regola della Finocchiaro è "meglio mafiosi che vecchi". Spiace per Bernardo Provenzano, fuori concorso per raggiunti limiti di età. Ma c'è speranza per il più giovane Matteo Messina Denaro: inutile perder tempo a ricordare le sue vicissitudini giudiziarie, quel che conta è l'età. Ecco: se qualche inguaribile giustizialista s'indigna per la candidatura di Andreotti a Palazzo Madama, conservi un po' di sdegno per la candidatura della Finocchiaro a ministro della Giustizia.

13.4.06

Come avevamo ampiamente previsto, Beppe Giulietti non è stato eletto. Non per demerito suo, anzi: se tutti i candidati dell'Unione avessero fatto campagna elettorale quanto lui, il centrosinistra avrebbe raccolto ben più dei miseri 25 mila voti di vantaggio alla Camera. La responsabilità è tutta dei dirigenti del futuro cosiddetto Partito Democratico, che prima l'hanno trombato, poi - dopo l'appello firmato per primo da Enzo Biagi- hanno garantito il ripescaggio, poi fra il lusco e il brusco l'han confinato all'ottavo posto nel Piemonte-2 (Beppe è veneziano), dove l'Ulivo prevedeva di eleggere sei deputati. Così è stato. Ma - assicuravano al Botteghino- Prodi e Gentiloni avrebbero optato per altri collegi, liberando due posti per il settimo e l'ottavo in lista, cioè per il primo e il secondo escluso (Giulietti, appunto). Ora si scopre che non sarà così, almeno per Gentiloni, il quale dovrebbe tenersi il Piemonte-2. E' una vergogna, una delle tante di queste folli elezioni. Una vergogna contro cui tutti i nemici dell'inciucio devono far sentire la loro voce, scrivendo al Botteghino per Giulietti e firmando l'appello (che riportiamo qui sotto) per Tana De Zulueta. Anche il segretario dei Verdi, Pecoraro Scanio, sta facendo il furbo. Aveva candidato Tana De Zulueta sbandierando la battaglia per la departitizzazione della Rai, ma ora per un gioco di incastri pare intenzionato a penalizzare la ex corrispondente dell'Economist a vantaggio dicandidati di apparato più "affidabili". Beppe e Tana scontano un peccato originale davvero imperdonabile per la partitocrazia: in questi anni hanno combattuto e denunciato ogni censura alla Rai e, se eletti, si batterebbero per una legge severa sul conflitto d'interessi. Dunque, contro ogni inciucio sotterraneo con Berlusconi. Se non troveranno posto in Parlamento, sapremo che cosa significa: l'inciucio è già cominciato.
Appello per Tana de Zulueta

31.3.06

Mi dicono dalle cucine che l'altra sera, fra un cinguettio e l'altro con Bellachioma, il compagno Tweed Berty è tornato a occuparsi della mia modesta persona. Stavolta non ha detto che gli do l'orticaria, ma che sono un estremista dell'azionismo (nel senso del Partito d'azione). Mi avrebbe fatto molto piacere far parte del Partito d'azione, ma purtroppo quando sono nato era già stato sciolto da un pezzo. In ogni caso ho fatto in tempo a conoscere estremisti dell'azionismo come Bobbio, Galante Garrone e Sylos Labini e mai avrei osato sperare che qualcuno un giorno mi avrebbe paragonato a loro. Tweed Berty l'ha fatto e non gliene sarò mai abbastanza grato. E' vero che l'ha fatto per insultarmi, ma questi sono dettagli più che comprensibili: chi trascorre le vacanze a Salina sullo yacht di Vittorio Cecchi Gori non può apprezzare gli azionisti, almeno quelli di minoranza. Infatti lui preferisce quelli di maggioranza.

12.3.06

Era difficile far passare Berlusconi dalla parte della ragione, ma Lucia Annunziata ci è riuscita. Da alcune settimane provocava i suoi ospiti di centrodestra (salvo Dell'utri, trattato con i guanti in un'intervista a dir poco imbarazzante). Insomma dava l'impressione di cercare l'incidente per procurarsi l'aureola del martirio e rifarsi una verginità a sinistra dopo aver contribuito a sospendere (cioè a chiudere) Raiot di Sabina Guzzanti. Ci aveva provato con Luigi Abete, colpevole di aver ocntrastato la scalata Unipol alla Bnl. Ci aveva riprovato con Gianfranco Fini, trattandolo in maniera ruvida un paio di settimane fa. Ma nessuno dei due aveva abboccato. Ieri si è superata con Berlusconi, interrompendolo continuamente per fargli saltare i nervi e intimandogli di ritirare la minaccia di andarsene in caso di sue nuove interruzioni. "Lei non può dire che se ne va", gli ripeteva interrompendolo. E francamente non si capisce perchè mai un intervistato non possa dire che se ne va. Insomma, tutto lasciava pensare che l'intervistatrice cercasse l'incidente. Berlusconi gliel'ha volentieri concesso. Alla fine, tutti soddisfatti. Il premier può finalmente affermare, una volta tanto con ragione, che i giornalisti sono faziosi e pregiudizialmente schierati sul fronte politico avversario. L'Annunziata può fare il martire della libertà calpestata, in attesa del dopo-Berlusconi. Semprechè ci sia un dopo-Berlusconi, con questa e altre sceneggiate autolesionistiche. Ma non era l'Annunziata a dire che comici e giornalisti epurati devono restare fuori dalla Rai per non spaventare il ceto medio? Una volta tanto, si potrebbe provare a lasciar fuori lei, dalla Rai. Una settimana, non di più. Per vedere l'effetto che fa.

8.3.06

Reduce dalla sesta sconfitta consecutiva su sei da parte di Silvio Berlusconi e dei suoi cari, l'avvocato Fabio Lepri ha dichiarato che la sentenza del Tribunale civile di Roma che ha respinto la richiesta di risarcimento del premier contro Elio Veltri, me e gli Editori Riuniti per il libro "L'odore dei soldi" è sbagliata e dunque verrà impugnata in appello, per ottenere la nostra condanna. Possibilmente a un risarcimento di 10 milioni di euro. Non avendoli, non mi preoccupo. Osservo però che, a ricorrere in appello contro la nostra assoluzione in sede civile, è lo stesso premier che ha appena abrogato l'appello contro le assoluzioni in sede penale. Abolendo per legge anche il suo processo d'appello sul caso Sme-Ariosto. Noi che in primo grado siamo stati assolti perchè INNOCENTI dovremo affrontare un secondo giudizio. Lui, che in primo grado è stato prosciolto perchè colpevole ma PRESCRITTO, invece no. Chissà se costui, quando è solo con i suoi avvocati, si vergogna almeno un po'.

1.3.06

Piero Fassino ha dichiarato, in un'intervista esclusiva a "Parioli Pocket", versione progressista del Riformista, che "rifarei la chiamata a Giovanni Consorte" (quella in cui Consorte gli dettagliava il concerto illecito per la scalata alla Bnl e Fassino prendeva nota ed esultava, invece di fargli notare che quel che stava facendo era vietato dalla legge Draghi sulle Opa). Dopo l'autocritica di gennaio e il silenzio di febbraio, il mese di marzo si apre con l'autocritica dell'autocritica. Speriamo bene per aprile.

25.2.06

Continua inarrestabile la fuga di cervelli dai Ds alla Rosa nel Pugno (che ospita in lista, fra gli altri, l'ex uomo di Craxi nel Csm in funzione antigiudici, Pio Marconi). Dopo Lanfranco Turci e Salvatore Buglio, davvero due belle perdite, passa col duo Boselli&Pannella anche Fabrizio Rondolino, già cantatrice calva di D'Alema nella Palazzo Chigi Merchant Bank, poi stipendiato da Berlusconi come collaboratore di Panorama e coautore del Grande Fratello (ma anche dell'imperdibile Il Ristorante su Rai2). Il Rondolino medesimo, in cerca di pubblicità, mi ha definito sul Corriere "il Baricco dei poveri". Evidentemente ha notato che anche i miei libri, a differenza dei suoi, vendono benino. Se voleva offendermi, comunque, ha sbagliato epiteto: doveva definirmi "il Rondolino dei poveri". Lui infatti, essendo di sinistra, è il Rondolino dei ricchi.

21.2.06

Appresa la notizia che l'Unione candiderà Furio Colombo, l'onorevole Sandro Bondi ha tuonato: "Chi sarà il prossimo? Travaglio? Flores d'Arcais?". Non so Flores, ma io avevo fatto un pensierino a candidarmi in Forza Italia. Purtroppo, non avendo condanne nè processi in corso per corruzione, mi hanno subito scartato.

13.2.06

Uno si convince a fatica della bontà delle "quote rosa", poi arrivano due notizie che lo fanno di nuovo vacillare. Da un lato la meritoria campagna lanciata da Livia Turco e rilanciata da Piercasinando perchè sia data degna candidatura alla signora Anna Serafini, che incidentalmente è anche la moglie di Piero Fassino. Dall'altro l'ultima impresa di Linda Giuva, la moglie archivista di Massimo D'Alema, che ha ricevuto i complimenti e la stretta di mano di Licio Gelli, in occasione della donazione dell'archivio privato del venerabile a quello Stato da lui così ben servito nel corso degli anni. Chi temeva per il caso Consorte, non aveva ancora visto le consorti.

6.2.06

Decisamente efficace la campagna lanciata dal centrodestra contro le droghe leggere: per dimostrare agli italiani come ci si riduce per un semplice spinello, Fini e Casini hanno ammesso di averne fumato uno a testa.

1.2.06

Fassino trova che "Travaglio dice spesso cose improprie". D'Alema minaccia di trascinarmi in tribunale. Bertinotti dice che "Travaglio mi dà l'orticaria". Cossiga mi dà del "fascista e bugiardo". Poi Bellachioma va a Pompa a Pompa e mi definisce "un animale a se stante". Il più bel complimento che mi abbia fatto un politico, è arrivato da lui. Non so chi debba preoccuparsi di più, se io o lui.

25.1.06

"Il presidente del Consiglio, dottor Silvio Berlusconi", come lo chiamava idealmente inginocchiato l'altra sera il suo dipendente Paolo Bonolis a "Il senso della vita", ha definito il mio ultimo libro "Inciucio" addirittura "un sacrilegio". Lo ringrazio di cuore. Non abbiamo avuto molte recensioni, ma questa è indubbiamente la più lusinghiera. .

21.1.06

Corre voce che i soloni diessini che preparano le liste per le prossime elezioni, senza uno straccio di confronto con gli elettori, intendano escludere Beppe Giulietti e candidare invece Piero Ostellino e Paolo Gambescia. Giulietti è uno dei pochissimi (tre o quattro) parlamentari della Quercia che, negli ultimi quattro anni, han chiesto sistematicamente, ogni giorno, il rientro in tv degli epurati Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi, Oliviero Beha, Massimo Fini eccetera. Uno dei pochissimi che ha osato criticare l'inciucio di Palazzo Grazioli che nel luglio scorso portò alla nomina di Petruccioli alla presidenza Rai da parte del padrone di Mediaset. In compenso Ostellino, già direttore craxiano del Corriere della sera, in questi anni non ha fatto altro che attaccare gli epurati, oltrechè naturalmente i magistrati, arrivando financo a difendere la scalata di Ricucci & C. al giornale che generosamente ospita i suoi delirii. Gambescia è quella specie di lumaca barbuta che fa da comparsa ai monologhi di Bellachioma a Porta a Porta: quando dirigeva l'Unità, incolpò Gian Carlo Caselli per il suicidio del giudice Lombardini, contribuendo da par suo alla fuga dei lettori dal giornale, che infatti poco dopo chiuse i battenti. Viene in mente lo spot del detersivo: "Signora, se lei mi dà il suo Dash, le do in cambio due fustini anonimi". La signora, ovviamente, rifiutava. Tempestiamo di e-mail il Botteghino: tenetevi Ostellino e Gambescia, e lasciateci Giulietti.

20.1.06

L'onorevole Cesare De Piccoli, responsabile per l'Industria dei Ds, ha annunciato al Riformista che mi trascinerà in tribunale con una causa civile per danni e una congrua richiesta di risarcimento, per avere io raccontato la verità su un suo processo: quello in cui fu salvato dalla prescrizione per 200 milioni di finanziamento illecito della Fiat incassati su due conti svizzeri. Naturalmente De Piccoli non nega la vicenda, ma sostiene di non essere "mai stato processato": bastava rinunciare alla prescrizione, quando il il gip gliela concesse negandogli l'assoluzione, e l'avrebbero processato. Naturalmente, per rinunciare alla prescrizione, bisogna essere innocenti. Ci vediamo al processo. Nell'attesa, una curiosità: dovesse vincere lui, i soldi li vuole in Svizzera o in Italia?

18.1.06

Secondo Emanuele Macaluso non è vero quel che ho detto sabato all'assemblea del Cantiere, e cioè che all'estero chi è coinvolto in scandali o commette errori politici si dimette. Sul Riformista di ieri mi domanda addirittura a quale paese mi riferivo: "Gli Usa di Bush, la Francia di Chirac, l'Inghilterra di Blair, la Germania di Schroeder? Tutti paesi in cui si sono verificati scandali veri, con processi e anche condanne, e dove nessun leader si è dimesso". Parlavo appunto della Germania di Helmut Kohl, della Francia di Lionel Jospin, Roland Dumas, Strauss-Kahane e Roland Juppè, dell'Inghilterra di Jonathan Aitken, degli Stati Uniti di Richard Nixon, Tom DeLay, Randy Cunningham, Charles Kennedy. Tutti dimissionari. Che fa, Macaluso: si dimette dal Riformista?

16.1.06

Negando l'accusa del Cavaliere di aver premuto sulle Generali perchè vendessero le azioni Bnl all'Unipol e non agli odiati baschi di Bilbao, D'Alema & C. rivendicano giustamente il diritto di "incontrare chi ci pare". Per esempio il ras delle Generali Antoine Bernheim, in una cena imbandita dal presidente della Confindustria del Lazio Giancarlo Elia Valori (già membro dell'autorevole loggia P2). Lo stesso Fassino dice di sentire continuamente Montezemolo, Tronchetti Provera, Della Valle ccetera. Bersani risulta essere in ottimi rapporti, anche telefonici, con il costruttore Marcellino Gavio. Resta da capire chi sarebbero i "poteri forti" che cospirano contro i Ds.

14.1.06

Sarà la mancanza di allenamento, sarà che Bernheim e Caltagirone sono passati al comunismo senza avvertirlo, ma il Berlusconi testimone ha fatto una cattiva riuscita. Noi, tutto sommato, lo preferiamo ancora imputato.

10.1.06

Che il Presidente Emerito Francesco Cossiga fosse un uomo sempre molto lucido, lo si era capito da tempo. Ora sappiamo che è anche molto colto. L'altro giorno, replicando a un mio articolo con un comunicato di 30 righe in cui precisava di non volermi replicare e nemmeno insultare, s'è avventurato in una citazione dotta: "Forse aveva ragione l'ex presidente peruviano Fujimori, che diceva che 'la storia è proprio finita'". Per la verità, la "fine della storia" è di Francis Fukuyama. L'ex presidente peruviano Fujimori è famoso per altre circostanze: dovette fuggire all'estero per evitare un arresto per corruzione. Ma si sa, al cuore non si comanda.

9.1.06

Ha ragione Cossiga: uno come me non può misurarsi con uno come lui. Io sono un cialtrone, un tipaccio, e soprattutto sono astemio.

6.1.06
Bobo Craxi ha vinto la causa per la segreteria e il simbolo del Nuovo Psi. E' la prima volta che un tribunale dà ragione a un Craxi. Bella forza: dall'altra parte c'era De Michelis.
5.1.06
Piero Fassino è tornato dal suo viaggio in Messico. Nessuna notizia, invece di Maurizio Raggio e della contessa Vacca Agusta.
3.1.06
Come aveva detto Piero Fassino a "Otto e mezzo"? Ah sì: "Quel Travaglio dice spesso cose improprie". Lui, invece...