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 Le Interviste
 

 

Intervista al quotidiano Metropolis
edito a Castellammare di Stabia e venduto tra Napoli e provincia.


Il centro destra? Non ha i titoli per attaccare Antonio Bassolino sulla questione morale. Le commissioni speciali della Regione Campania? Sono uno sperpero, senz'altro, ma non mi risulta che si stiano commettendo reati, al contrario di quelli molto gravi di cui sono accusati i presidenti della Sicilia e della Lombardia. Marco Travaglio, autore di libri su politica e malaffare e firma di punta di Repubblica, interpreta così la burrasca politica di quest'estate sulle regioni guidate dal centro sinistra e sul riproporsi, anche su questo versante, degli stessi vizi che l'Unione imputa alla Casa della Libertà: sprechi, familismo, proliferare di organismi dalla dubbia utilità. "Io una volta ero federalista - dice Travaglio - ora, dopo aver visto all'opera questi governatori, mi sono convertito a un centralismo bismarckiano!"

Lei che opinione si è fatta di Bassolino e della sua vicenda?

"Purtroppo c'è un'assoluta continuità tra vecchio e nuovo. Le Regioni da sempre sono leggendarie per la produzione di nomine, consulenze, sprechi vari. Qualche anno fa quando ero corrispondente da Torino del Giornale diretto da Indro Montanelli, mi divertivo a spulciare le delibere della Regione Piemonte, le trasferte, i gemellaggi, e i modi escogitati per distribuire fondi: corsi di judo per extracomunitari, ad esempio... Si sperava che questa nuova classe dirigente voltasse pagina su comportamenti che non hanno rilevanza penale, ma che riguardano la moralità della pubblica amministrazione, e invece niente: anche le regioni rosse sperperano e superano il livello minimo di decenza".

Poi però si lamentano dei tagli del governo Berlusconi.

"Le uniche cose che non mi hanno mai commosso sono le proteste dei presidenti di Regione quando i governi tagliano i fondi agli enti locali. Più li tagliano meglio è, tanto poi loro li sprecherebbero lo stesso".

Un vizio che accomuna i presidenti di entrambi gli schieramenti?

"Senz'altro. Naturalmente stiamo parlando di questo livello: lo sperpero, la moltiplicazione degli incarichi, nomine di sottogoverno ai trombati. Stiamo nel perfetto solco della peggiore partitocrazia pentapartitica. Detto questo, per quanto quelli del centro sinistra si sforzino, non riescono mai ad uguagliare quelli del centro destra. Pensi alla spesa sanitaria della Regione Sicilia ad esempio, terra dove si dice che la migliore terapia per i malati è l'Alitalia... perché si prende l'aereo e si va al Nord.... E quella è una Regione che per la Sanità spende da sola di più di tutte le altre regioni messe insieme! Inoltre, non sanno dire quanti dipendenti pubblici vengono occupati nel settore. Hanno proprio perso il conto! Inoltre Cuffaro nei giorni scorsi ha assunto 35.000 precari, di cui 7.000 in un solo giorno... giustificandosi per "aver ricevuto questa pesante eredità dal passato", senza però dire che lui faceva parte anche della precedente amministrazione regionale... lui si eredita da solo!"

Quindi?

"Almeno dal punto di vista penale, l'amministrazione Bassolino è pulita, mai coinvolta in scandali gravi. Per una città come Napoli e una regione come la Campania, governate in modo orribile negli ultimi cinquanta anni, non è poco. Mentre in Sicilia c'è un Cuffaro che è sotto processo per favoreggiamento alla mafia, in Lombardia c'è un Formigoni con quel pozzo nero della discarica di Cerro che ha bruciato centinaia di miliardi delle vecchie lire in favore della famiglia Berlusconi... La polemica sugli sprechi in Campania è sacrosanta, ma facciamo le giuste proporzioni".

Eppure se neanche una personalità con la storia e l'autorevolezza di Bassolino è riuscita in sei anni a cambiare il modo di governare una Regione, questo cosa significa? Che non sono i presidenti a cambiare le Regioni, ma le Regioni a cambiare i presidenti?

"Il problema è sulla ricerca del consenso. E' evidente che quando bisogna raccogliere i voti si scende al clientelismo, non c'è niente da fare, è una triste lezione, ma è così. C'è un sistema, non sradicabile, sulla selezione delle candidature e della classe dirigente, che non premia i migliori, ma i portatori di voti, e qualche volta i portatori di soldi. Intorno ai partiti gravitano eserciti di galoppini e portaborse che lavorano e che vanno in qualche modo retribuiti. Questo provoca la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ovvero dei posti e delle consulenze. E poi ci sono le famiglie da sistemare, mogli, fratelli e figli di onorevoli e consiglieri regionali da piazzare...".

In Campania la famiglia è un valore importante.

"Non solo in Campania. In Lombardia il figlio di Bossi è assistente europarlamentare di Speroni, bisogna smetterla di dire che queste cose succedono solo a Napoli!".

Neanche noi giornalisti riusciamo a imprimere svolte, quando andiamo a governare. Piero Marrazzo, bravissimo collega quando conduce una trasmissione tv in difesa dei consumatori, non appena diventa presidente della Regione Lazio aumenta il numero di assessori.

"Avrà tante bocche da sfamare anche lui... E poi io sono assolutamente contrario all'ingresso dei giornalisti in politica...".

A lei l'anno scorso non proposero di candidarsi all'Europarlamento nella lista Di Pietro?

"Qualcuno lo diceva... qualche offerta l'ho avuta, ma ho sempre detto di no. In questo condivido il pensiero del mio maestro Montanelli, al quale offrirono candidature nei repubblicani e nei liberali, e lui le ha sempre rifiutate".

A Montanelli proposero anche il seggio di senatore a vita.

"Che è una cosa diversa, e ha rifiutato anche quello, dicendo giustamente che lui in Parlamento ci entrava solo per andare in tribuna e guardare quello che succedeva, per fare il testimone e non il protagonista. Credo che Montanelli anche in questo dovrebbe essere il punto di riferimento di chi fa il nostro mestiere. E ogni volta che qualcuno passa dall'altra parte, è un discredito per tutta la categoria, e i risultati sono molto modesti. Badaloni, Selva, Del Noce, non mi pare che abbiano dato una grande prova. Non se ne sentiva la mancanza quando non c'erano. E in compenso hanno screditato la categoria dei giornalisti, facendoci passare per degli arrampicatori che utilizzano la loro tribuna come trampolino di lancio per altre carriere, che fanno certe battaglie per poi utilizzarle strumentalmente. Anche ciò che hai fatto prima, da giornalista, viene letto nella chiave di quello che hai realizzato dopo, da politico".

Badaloni e Del Noce sono tornati a lavorare in Rai.

"Non parliamone... Badaloni addirittura racconta di Prodi in Europa dopo aver fatto il governatore del Lazio come espressione del partito di Prodi... Sono cose che fanno male".

Anche Michele Santoro ora fa politica, è europarlamentare nei Ds.

"Questo è un altro paio di maniche e per lui questo discorso non vale. Santoro ha detto sin dal primo momento che andava a Strasburgo solo per testimoniare lo scandalo del conflitto d'interessi in Italia e che si sarebbe dimesso per tornare in Tv non appena si liberava un buco".

Tornando alla Campania, An e pezzi di Cdl stanno cavalcando la questione morale contro Bassolino. C'è chi restituisce le indennità alla Regione, chi tuona contro lo scandalo di dodici commissioni speciali.

"Non bisogna neanche esagerare. Mi piacerebbe sapere dall'alto di quale pulpito questa gente parla, dopo aver portato in Parlamento centinaia di inquisiti e condannati per reati gravi, dopo aver sostenuto e fatto eleggere le giunte Cuffaro e Formigoni, dopo aver fatto a pezzi l'ordinamento giudiziario ed essere in procinto di varare una legge, la salva Previti, che manderà in prescrizione i reati contro la pubblica amministrazione. E' questa la tragedia: nel nostro paese non c'è nessuno che abbia l'autorità morale per poter condurre un certo tipo di battaglie e per poter protestare su alcunché. Il berlusconismo ha prodotto una berlusconite acuta e diffusa perché all'ombra delle sue ciclopiche vergogne si sono poi create delle piccole e medie vergogne sulle quali nessuno può ridire nulla, in un meccanismo assurdo dove nessun bue può dare del cornuto all'asino. Però la gente dovrebbe ricordarsi che ciò di cui stiamo parlando non è un gioco, ma è una cosa che tocca le nostre tasche. Ogni commissione è un piccolo prelievo nelle nostre tasche già semivuote è quando l'opinione pubblica prenderà coscienza di questo, allora tornerà a scendere in piazza come nel 1992".

E forse manca anche la memoria storica, l'Italia è piena di gente che oggi dice l'esatto contrario di cinque anni fa e l'opinione pubblica se lo beve senza accorgersene.

"Guardi, l'altro giorno sul Corriere del Mezzogiorno ho letto Pomicino che tuonava sulla questione morale. Ma vogliamo ricordare chi era Pomicino?

Il segretario dell'Udeur Fantini gli ha risposto: "Parla lui che voleva candidare la figlia col nostro partito!".

"Beh, anche in Campania i valori della famiglia sono importanti.".

A che servono secondo lei una commissione sulla Risorsa Mare e una sul Mediterraneo?

"Io le trovo molto belle, quasi meravigliose. Servono a dimostrare la fantasia del popolo napoletano... Io in Lombardia farei una commissione sul lago Maggiore e una sul Lago di Garda."

Qual è la lezione che gli amministratori del centro sinistra dovrebbero imparare?

"Dovrebbero smetterla di inseguire Berlusconi sul suo terreno, anche perché è impossibile raggiungerlo. e dovrebbero ricordarsi che è il centro destra in questo momento ad avere in mano l'informazione, e quindi il loro avversario è in grado di trasformare uno scandalo medio in un caso mondiale. Stanno regalando alla Cdl un'arma formidabile per dire delle cose vere, anche se ipocrite, nella prossima campagna elettorale. E poi, da cittadino, suggerisco ai governatori del centro sinistra di uscire allo scoperto, di dire pubblicamente: "Ieri è venuto il tale portatore di voti che mi ha chiesto di assumere il suo galoppino, e io l'ho mandato a quel paese, ecco nomi e cognomi". Perderanno i suoi 100-200 voti, ma in cambio acquisteranno quelle decine di migliaia di voti della gente che non va più a votare perché ha perso fiducia nella politica. E si renderanno conto che non esiste portatore di voti che dia loro quel consenso che loro hanno perso in questi anni amministrando a forza di sprechi e di clientele".

 

Vincenzo Iurillo