Parliamo un pò di tv. 
                        Non crede che la crescita di Sky e delle altre tv satellitari, 
                        il digitale terrestre, la diffusione della tv via internet 
                        finiranno per indebolire di molto il duopolio Rai-Mediaset, 
                        aumentando il pluralismo? 
                        "Forse questo sarà vero tra venti anni. Non credo 
                        prima. Il satellite non ha ancora un pubblico sufficientemente 
                        vasto e fino ad ora non ho visto esempi di informazione 
                        scomoda sulle reti di Murdoch. Quanto al Dtt sarà in grado 
                        di sfruttarne le potenzialità chi oggi ha i mezzi per 
                        sperimentare, ossia Rai e Mediaset".
                      Ma non c'è niente che 
                        salva in Rai e in Mediaset? 
                        "C'è stata una fase, negli anni '80, in cui le reti Fininvest 
                        hanno contribuito a rinnovare la tv. La Rai era ancora 
                        ingessata e paludata, mentre Fininvest trasformava il 
                        linguaggio del varietà, avvicinava la tv agli strati popolari, 
                        portava sugli schermi il sesso. L'innovazione è terminata 
                        quando il modello Fininvest è diventato unico e totalizzante, 
                        anche in Rai".
                      Che futuro auspica 
                        per la Rai? 
                        "Credo che si debbano svincolare le nomine dalla politica. 
                        Penso a nomine di durata decennale, fatte da un'autorità 
                        indipendente dai partiti e con una cadenza temporale diversa 
                        da quella delle elezioni politiche. Le scelte in Rai devono 
                        essere fatte da artisti, registi, produttori e uomini 
                        di cultura".
                      E' contrario a privatizzare 
                        la Rai? 
                        "Oggi sì. Anche perché la Rai è già controllata da organizzazioni 
                        private come i partiti. Solo dopo aver approvato una legge 
                        che impedisca a qualunque soggetto privato di controllare 
                        più di una rete generalista e dopo aver stabilito che 
                        chi è proprietario di tv non può fare politica, si potrà 
                        ridurre la Rai a due reti, una finanziata dal canone e 
                        l'altra dalla pubblicità". 
                      Nel suo ultimo libro 
                        "Intoccabili" parla di mafia. Secondo lei negli ultimi 
                        anni la criminalità organizzata è cambiata, ha maturato 
                        strategie nuove? 
                        "C'è stato un salto di qualità. Se prima la mafia cercava 
                        un'alleanza con il potere, oggi la mafia si è fatta potere 
                        e siede in Parlamento".