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Intervista a Marco Travaglio e Luciana Sbarbati


Non significa niente che è domenica: certe mosse politiche fanno discutere per giorni e questa storia di Vittorio Sgarbi che sta per buttarsi nel centrosinistra, questa sua voglia di diventare addirittura sottosegretario in un futuro governo dell'Unione, provoca dibattito anche se c'è chi sta andando a vedere la Juventus allo stadio (il giornalista e scrittore Marco Travaglio, con il figlio) o chi è davanti ai fornelli e ha appena preparato squisiti ravioli al ragù (il segretario dei Repubblicani europei Luciana Sbarbati, per le sue amiche di Chiaravalle, in provincia di Ancona).

Cominciamo da Marco Travaglio, che ha finito di scrivere un articolo e ha da pochi minuti riposto «la cartellina con la raccolta di tutte le insolenze e le accuse gratuite di cui si è reso protagonista, in questi anni, il signor Vittorio Sgarbi. Che forse riuscirà a farmi fare una cosa terribile. Alla quale non volevo arrivare ma che...».

Che cosa, Travaglio?

«Se l'Unione dovesse accettare l'arrivo di Sgarbi, io non voterò più per il centrosinistra. Lo so che un voto in meno o in più non sposta nulla, lo so che c'è chi alzerà le spalle, ma visto che a me viene data la possibilità di esprimere un dissenso, lo esprimo».

Prego...

«Mi era già parecchio difficile votare per una coalizione in cui Fassino se la intende con tipi come Rutelli e Mastella, ma Sgarbi, ecco, sarebbe davvero troppo».

Travaglio, questi toni sono un po' drammatici...

«No, sono necessari. L'arrivo di Sgarbi dimostra che, dopo Berlusconi, rischiamo il berlusconismo senza Berlusconi. Non solo: l'arrivo di Sgarbi dimostra anche che, nel centrosinistra, abbiamo scarsa memoria».

Rinfreschiamola.

«È Sgarbi, è l'onorevole Sgarbi che definì assassini i giudici del pool di Mani pulite, i Davigo, i Colombo, i Di Pietro... ed è sempre lui che, in una memorabile quanto tragica trasmissione televisiva su un canale di Mediaset, lesse una lettera anonima in cui il giudice Giancarlo Caselli veniva indicato come il mandante morale dell'omicidio di don Puglisi. Vado avanti?».

C'è altro?

«C'è che proprio sul Corriere ho letto quanto Ottaviano Del Turco sia entusiasta dell'arrivo di Sgarbi: e questo, francamente, non mi stupisce, ma mi basta...».

Sgarbi dovrebbe accasarsi tra i Repubblicani europei...

«Alla signora Sbarbati faccio i miei migliori auguri. Ma lo sa chi è Vittorio Sgarbi?».

L'onorevole Luciana Sbarbati racconta d'essere «una grande amica di Vittorio. E conosco bene tutti i suoi pregi, che sono tanti, e anche i suoi difetti...».

Il segretario dei Repubblicani europei parla al telefono, si sente rumore di pentole e di piatti, «e peccato non si possa sentire il profumo dei mio ragù...».

Rilassata, per nulla preoccupata dell'arrivo di Sgarbi. «Sono lusingata, della proposta di Vittorio. È una persona che stimo e con cui ho lavorato per ben due anni, dal '94 al '96, quando lui era il presidente della Commissione cultura e io ero la sua vice. E non solo non abbiamo mai litigato, ma addirittura...».

Addirittura, onorevole Sbarbati? «Lui votava sempre con noi del centrosinistra. Proprio così: era con noi su quasi tutto, sulla scuola, sulla cultura... tranne che, si capisce, sulla Rai. In quei casi, solo in quei casi, tornava nei ranghi della casa madre».

Sgarbi sostiene di averla incontrata, e di aver discusso il progetto e...

«E non corriamo, però. Lui è venuto a Chiaravalle, è stato molto gentile e m'ha detto che aveva già discusso del suo passaggio con i Ds, con la Margherita... ma che sì, insomma, lui, da laico, da liberal... pensa di trovarsi meglio con noi repubblicani».

E lei, onorevole, cosa gli ha risposto?

«Che sono molto contenta, ma che dobbiamo parlarne domani nel consiglio nazionale del partito: i patti, infatti, devono essere chiari».

Chiari, come?

«Noi non raccattiamo gli esuli di Forza Italia. Anche perché, come dire? non ne abbiamo bisogno. Sono presuntuosa?».

Fabrizio Roncone